Memoria di un Agosto a Gela. Di Danilo Predi
Preludio d’autunno 62’
(Andante sostenuto, di una grande opera in marcia forzata di un Uomo in lotta con la realtà che lo circonda fino al travolgente finale),ma la sua grandezza vivrà per sempre. Nel Luglio del 62’ del XX secolo gli uffici operativi delle società ENI nel palazzo di vetro a Metanopoli, erano impegnati con tutta la loro possibilità operativa e in gran fermento: dirigenti, impiegati, segretarie tutti fissi sul lavoro.
A chi veniva in mente di chiedere ferie era considerato un fedifrago. Tutto questo fermento operativo era per i lavori in corso in Sicilia, in particolare nell’area di Gela, del suo offshore e del relativo stabilimento petrolchimico. I rapporti che venivano trasmessi dai cantieri evidenziavano che i lavori non procedevano regolarmente, erano in ritardo sui programmi e quasi fermi. Si cercava, dalla sede, di rimettere le cose in sesto con indagini economiche, ambientali e impiantistiche, formulando ordini nuovi,disposizioni di esecuzione dei lavori, solleciti, visite, incontri e richiami con le imprese fornitrici ed esecutrici. Tutto si diceva e si faceva, in relazione alla visita che il Presidente aveva programmato di fare in Sicilia, per cercare di rimettere le cose a posto.
Ai primi di Agosto di quell’anno, il Presidente convocò molti suoi uomini al 14°piano del palazzo. Per il settore dei servizi ausiliari, produzione energia, nei quali mi trovavo inserito, ricordo che andarono i capi ingegneri Calabria, Fornara, Petitbon e i sottoposti dirigenti, gli ingegneri Bastianelli, Raffo, Pancera ,Sacco. Io dipendevo da questi ultimi, non partecipavo ovviamente alla riunione, ma ero al 5° piano del palazzo a disposizione delle segretarie del 14°piano come galoppino, per portare, su loro richiesta, documenti, carte, ordini che servivano in quel contesto. Fu chiaro a tutti che i lavori erano in ritardo e c’erano tanti problemi da risolvere che io non so.
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