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Articoli geologia sulla Valle Padana. Archivio Apve – 2014

I documenti contenuti in questo articolo sono stati recuperati dall’ Archivio documentale Apve e si riferiscono a studi o teorie di carattere geologico generale riferiti alla Valle Padana. Sono esclusi quindi studi o ricerche di dettaglio su aree geografiche limitate geograficamente, anche se appartenenti alla Valle Padana.

La pianura padana, o padano-veneta, più propriamente pianura padano-veneto-romagnola e meno propriamente valle padana (valle che si riferisce al bacino del fiume Po, dalla valle Po al suo delta), è una pianura alluvionale, una regione geografica, unitaria dal punto di vista morfologico e idrografico, si estende lungo l’Italia settentrionale, compresa principalmente entro il bacino idrografico del fiume Po, comprendendo parti delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto comprese orientativamente nell’isoipsa dei cento metri di quota.

A nord-est, oltre l’Adige per alcuni, oltre la catena dei Colli Euganei e la laguna di Venezia per altri, la pianura assume la denominazione di pianura veneto-friulana. Queste due aree pianeggianti contigue sono separate dall’Europa Centrale dalla catena alpina, spartiacque geografico e climatico, e sono quindi considerate parte dell’Europa Meridionale. Le Alpi, le Prealpi, i rilievi delle Langhe e del Monferrato delimitano quindi la pianura padana lungo i versanti nord, ovest e sud-ovest, il versante meridionale è invece chiuso dalla catena degli Appennini mentre ad est è bagnata dal mare Adriatico. Per definirla viene anche usato, sia pur raramente, il toponimo bassopiano padano. Altro termine entrato recentemente nell’uso comune è quello di padania, che viene anche diversamente utilizzato in diversi ambiti, come quello politico, per indicare un’area dell’Italia Settentrionale in parte coincidente con la pianura stessa.

La pianura padana, la cui superficie è di circa 47 000 kmq, è bagnata, oltre che dal Po e dai suoi numerosi affluenti, anche da Adige, Brenta, Piave, Tagliamento, Reno e dai fiumi della Romagna nei loro bassi corsi dallo sbocco in pianura fino alla foce. L’attività dei fiumi presenti è la principale causa della formazione dell’ambiente attuale di pianura alluvionale con significativi condizionamenti dovuti alle glaciazioni ed ai fenomeni di subsidenza differenziali in corrispondenza di sinclinali e anticlinali sepolte.

Il suo assetto contemporaneo è il risultato dell’azione di numerosi corsi d’acqua che hanno, in successivi tempi geologici e storici, asportato e apportato sedimenti fluviali al bacino marino costiero, soggetto a fenomeni di subsidenza, che occupava l’odierna pianura padana. In particolare la gran parte dei depositi superficiali affioranti è il prodotto dell’attività fluviale, successiva alla glaciazione Würm che si concluse circa 18000 anni fa. Lo scioglimento dei ghiacciai, liberando una gran quantità d’acqua in tempi geologicamente brevi ha comportato l’erosione dei grandi corpi morenici, edificati precedentemente dall’attività dei ghiacciai; i materiali erosi a monte o in prossimità dei depositi morenici deposti all’inizio delle vallate, furono deposti a valle. Tuttavia, al di sotto dei depositi continentali fluviali e fluvio—glaciali (che presentano spessori di svariate centinaia di metri) si sviluppa un basamento di origine marina con assetto strutturale complesso e non priva di significato neotettonico. Sin dal tardo Cretacico, infatti, la pianura padana ha rappresentato la parte frontale di due catene di opposta convergenza: l’Appennino settentrionale e le Alpi meridionali. Studi sulla base della sequenza plio-quaternaria nella porzione centrale e meridionale della pianura padana, mostrano lo sviluppo di una serie di bacini sedimentari di tipo sin-orogenetici formatisi a seguito di movimenti ricollegabili a varie fasi tettoniche; la porzione settentrionale della pianura, invece, presenta una struttura monoclinale immergente verso Sud.

L’aspetto finale della pianura padana si è raggiunto con il riempimento definitivo (cominciato nel Pliocene), con depositi dapprima marini e poi continentali, dei bacini ampiamente subsidenti delle avanfosse padane. Sebbene la definitiva strutturazione del substrato sepolto venga tradizionalmente associata a una fase tettonica pliocenica media-inferiore (databile dalla discordanza esistente tra i sedimenti plio-pleistocenici marini ed il substrato più antico), è opinione sempre più diffusa che i depositi alluvionali quaternari siano stati coinvolti in fasi neotettoniche, condizionando così anche la morfogenesi più recente.

EXPLO 1243 Sedimentazione e idrocarburi in Val Padana. C. Migliorini 1949

EXPLO 1601 Il petrolio nel Mesozoico Pianura Padana. D. Bongiorni 1987

EXPLO 1589 Il giacimento di Malossa Agip Relazioni esterne

EXPLO 1120 Gli idrocarburi in Val Padana in francese. D. Iaboli 1951

EXPLO 1300 Estensione Quaternario delta padano. B Accordi 1952

EXPLO 1120 Gas e petrolio in Val Padana. D. Jaboli 1951

EXPLO 1118 La riscoperta del petrolio in Val Padana.M. Bertoli 1975.